Il metodo Suzuki spiegato in 8 punti.

di Alan K. Duncan (genitore Suzuki)


  • Shinichi Suzuki ha ideato il suo metodo al fine di favorire,  attraverso la musica, la pace nel mondo. Niente come la musica favorisce lo scambio di culture, il suo linguaggio è in grado di superare i confini geografici. Egli pensava che allevare ed educare i bambini attraverso la musica favorisse la creazione di empatia e cooperazione fra gli uomini.


  • Suzuki credeva che il talento non fosse prerogativa di      pochi. Il metodo Suzuki non ha l’obiettivo di trovare “la perla nell’ostrica”, quanto di usare il lavoro paziente ed operoso del giardiniere, cioè un lavoro consistente e metodico che porti alla luce le abilità musicali di ogni bambino.


  • L’acquisizione del linguaggio musicale avviene nel bambino come l’apprendimento della lingua materna. Ogni bambino è in grado di apprendere la propria lingua materna acquisendo tutte le minime sfumature attraverso l’ascolto e l’imitazione, circondato dall’approvazione e la fiducia degli adulti.


  • La lettura della musica avviene in un secondo momento.                   I bambini non imparano a parlare studiando l’alfabeto o memorizzando participi e preposizioni. Essi imparano attraverso l’ascolto e anche quando l’insegnante Suzuki li introdurrà alla lettura, l’educazione del suo orecchio  continuerà ad essere al centro dell’attività didattica.



  • L’educazione del talento si basa sul funzionamento del “triangolo Suzuki”. La cooperazione fra bambino insegnante e genitore è fondamentale per la riuscita dell’azione educativa dove ognuno dei protagonisti ha un ruolo ben preciso.


  • Suzuki ritiene importante la revisione e perfezionamento dei brani musicali che il bambino ha precedentemente imparato. La capacità del bambino aumenta man mano che apprende brani nuovi, ma rivisitando quelli imparati precedentemente vi potrà applicare la nuove tecniche, rifinirli sempre meglio ed avrà un repertorio sempre a portata di mano.


  • Suzuki preferiva progressi consistenti piuttosto che rapidi. “Senza fretta e senza pause!” era il suo motto. Il repertorio graduale, la pratica quotidiana e l’ascolto, un’eccellente formazione dell’insegnante, dei feedback positivi e pazienti da parte dei genitori sono la chiave per ottenere progressi consistenti.


  • Suzuki era convinto che gli studenti imparano di più se stanno insieme. Le lezioni di gruppo sono importanti quanto quelle individuali. Quando i bambini suonano insieme, non solo si incoraggiano e si stimolano l’un l’altro, ma perfezionano il ritmo, l’intonazione e tutte le altre abilità musicali.


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